A me, e da sempre, dà molto fastidio sentire e leggere queste due espressioni : "famiglie omosessuali" e "famiglie eterosessuali".
Sono ben consapevole che sono espressioni comode per far capire di cosa si parla in modo immediato. Ma secondo me sono errate e riduttive. Errate perché in effetti, le due espressioni non significano granché.
Cos'è una famiglia omosessuale? Come può una "famiglia" essere "omosessuale" o "eterosessuale"? Errate ancora perché non è nemmeno detto che queste diverse famiglie siano portatrici di valori cosi diversi. Possiamo avere famiglie in cui la coppia genitoriale è eterosessuale ma con valori molto Queer, e famiglie con genitori omosessuali con valori molto tradizionalisti.
Riduttive perché in una famiglia con genitori eterosessuali possiamo avere ben due o più figli omosessuali (e sono tante!) e in una famiglia con genitori omosessuali avere dei figli tutti eterosessuali (e sono la stragrande maggioranza), famiglie dove i genitori (uno o due) un tempo erano eterosessuali ma poi non lo sono stati più, famiglie con figli eterosessuali e omosessuali che convivono felicemente (o no), famiglie con un genitore transessuale ma ancora convivente con l'altro e dunque i figli si ritrovano nei fatti con due genitori omosessuali, ecc...
A ogni modo, e dunque, in quale momento la famiglia diventa "eterosessuale" o "omosessuale"? Io penso che una famiglia è una famiglia.
Perciò la frase del signor Barilla è stata così infelice, perché non ci sono tre mila modi di apprezzare un buon piatto di pasta e nemmeno tre mila modi di condividerla, come non ci sono tre mila modi di amare, di litigare e nemmeno di fare sesso. E comunque la bravura in ognuna di questi e altri momenti della vita, non dipende per niente dal sesso ne dall'orientamento sessuale dei membri della famiglia.
Il sugo migliore, ovunque, rimane l'amore, il rispetto e l'ascolto. In tutte le famiglie. Perché una famiglia è semplicemente un gruppo di persone, più o meno largo, che condivide per lo più, lo spazio, il denaro e le cure affettive.
Se cominciassimo tutti quanti a non distinguere in questo modo cosi sbagliato le famiglie in base all'orientamento sessuale degli adulti di riferimento, magari riusciremo a fare un piccolo progresso nella comunicazione stessa delle nostre realtà e delle nostre esigenze.
Come dire allora per spiegare di cosa parliamo in modo semplice e chiaro? Personalmente preferisco dire: "famiglie in cui uno o più genitori sono omosessuali, o quando non ci sono figli, famiglie formate da coppie omosessuali (perché qui ha senza dubbio senso), famiglie omogenitoriali, famiglie arcobaleno, nuove famiglie e famiglie classiche, tradizionali.
Poi possiamo anche distinguere, senza rischi di sbagliare, in "Famiglie con diritti, doveri e tutele" e "famiglie discriminate senza diritti e senza tutele e senza doveri".
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