La notte del 14 luglio Luca (nome di fantasia, ndr), 40 anni, sale sul bus. Linea 1, capolinea di CaricamentoGenova. Sta rientrando a casa insieme a un amico, quando a bordo una ragazza lo apostrofa: “Gay di merda, che cazzo guardi, il mio fidanzato?”. Lui chiede scusa, spiegando di essere sovrappensiero. Ma a quel punto, riportano La Stampa e Il Secolo XIX, scatta il pestaggio: in sei, tra cui due ragazze, iniziano a colpire i due amici, picchiandoli selvaggiamente – anche con delle catene – e infierendo su volto, gambe e schiena. Violenze che avvengono sotto lo sguardo dell’autista, che assiste alla scena ma non interviene: non chiama né i soccorsi né la polizia e per questo è stato denunciato per favoreggiamento.
Dopo le botte, Luca riesce a scendere dal bus – sul quale era salito intorno alle 3.49 – e con un taxi va verso casa. Racconta quanto è successo alla sua ragazza, ma si rifiuta di andare in ospedale. Ma fra il 21 e il 22 luglio si sente male. Non sa di avere un ematoma cerebrale. Trasferito in ospedale, la Tac evidenzia una situazione gravissima. Dal Villa Scassi di Sampierdarena viene dirottato alGalliera e lì è operato d’urgenza: un intervento dineurochirurgia alla testa a seguito del quale entra in coma farmacologico. E’ salvo, anche se ancora in prognosi riservata.
La ragazza di Luca, parlando con chi indaga, ha spiegato che “il look del suo compagno è molto eclettico”, e forse questo sarebbe bastato per fare scattare l’aggressione dei sei giovani, che non sono ancora stati identificati. Gli inquirenti, però, credono si tratti di un gruppo di ragazzi residenti in Valpolcevera e il pm Ranieri Miniati ha aperto un fascicolo per tentato omicidio, integrato da “due relazioni dei carabinieri nelle quali si fa esplicitamente riferimento alla probabile ritorsione omofoba“. Luca non riesce a parlare e viene “alimentato a fatica”, quindi è difficile anche reperire informazioni sull’aggressione. Chi indaga fa affidamento sulle parole dell’amico, ferito in maniera più lieve, e su quelle della fidanzata di Luca, in base a quanto il compagno le aveva detto prima di finire in coma.