M. Pablo Seban, prego…
La ringrazio. Buongiorno a tutti.
Grazie Luise, è… eh ok, beh già fa impressione essere qui, in più è stato commovente, quindi …dunque…
Prima di tutto volevo salutare le mie mamme… non so ah la telecamera è lì… soprattutto Mimì che starà già piangendo… perché mi vede in tv…
Dunque, la mia famiglia… è formata dalle mie due mamme, che mi crescono da quando avevo 5 anni, che chiamo “Mamma” e “Mimì”… che è bello poterla chiamare “Mimì”, lei si chiama Miriam e io la chiamo Mimì, e non è male perché, come diceva mio fratello, e ha ragione, le dà da un ruolo sociale, che non è né esattamente madre né compagna di mia madre, perché è qualcuno che ha un ruolo nei miei confronti, quindi è la mia Mimì. Ha sempre avuto un ruolo nella mia educazione, quindi fa parte di… ho una mamma e una “mimì”. Ho anche un padre, che sta al suo posto, insomma ha trovato un posto in tutto questo. In realtà mia madre aveva avuto una storia eterosessuale prima di mettersi con Mimì, ora sono insieme da 25 anni, e hanno avuto due figli, ma dopo essersi separati, quindi da questa unione sono nati due figli: mia sorella maggiore ed io, più un terzo che è arrivato dopo, Piero. Quindi, la mia famiglia è formata dalle mie due mamme, mio padre, mia sorella, mio fratello, poi vorrei metterci anche Jacquie, che è un’amica di mia madre, e che fa parte anche lei della famiglia, e insomma, perché no, sono stato cresciuto da tutte queste persone, compresa mia sorella naturalmente.
Ho avuto un’infanzia felice, semplice: molto amore, delle madri formidabili, un padre che c’era, che ci dava dei soldi, ma non aveva un’esistenza legale, perché mia madre gli aveva chiesto di non riconoscermi, tornerò poi su questo… gli aveva chiesto di non riconoscermi giustamente non perché non avesse fiducia in lui, al contrario, ma piuttosto perché non sapeva cosa avrebbe potuto pensare la società del fatto che fosse una donna femminista, omosessuale, ed era risaputo che la famiglia di mio padre erano cattolici praticanti… per proteggere Mimì gli ha chiesto di non riconoscermi: sapeva che se le fosse successo qualcosa sarebbe stato suo fratello, mio zio che avrebbe avuto la custodia legale, affinché potesse lasciarci alla nostra seconda madre, in modo… ecco “a-legale”, poiché non c’erano leggi che potessero regolare questo…
Io non mi sono reso conto di nulla insomma, o comunque mai ho avuto il benché minimo problema durante la mia infanzia per il fatto che le mie madri erano omosessuali, non usavo quella parola per definire la loro relazione: avevo due mamme, dormivano insieme… non so, non mi ponevo il problema. C’è un aneddoto che raccontavo a dei giornalisti perché ci perseguitano in questo momento, è che un giorno guardavo una trasmissione… “ça se discute”, erano le prime trasmissioni sull’omogenitorialità, credo di aver avuto 10 anni, 12 anni… sugli omosessuali che adottavano, e vedo la trasmissione e vedo che per loro la vita era complicata, non è facile… e poi dico a mia madre “Caspita, non deve essere facile però!” …e… ma allo stesso tempo era così diverso dalla mia vita insomma! La mia vita non era complicata, quindi perché…? Ecco… L’omosessualità era una parola della televisione per me quando ero piccolo, e dunque in effetti non ho avuto bisogno del matrimonio, insomma ho vissuto felice…
Le mie madri non avevano una particolare voglia di sposarsi credo… io l’ho affermato più tardi, in adolescenza, ho cominciato ad affermare, ad essere fiero di dire “le mie madri”… questo scioccava la gente e quindi… e di fatto ho cominciato a porre domande due anni e mezzo fa, quando i giornalisti hanno cominciato a porre domande, quindi a 27 anni. Mi hanno detto “Ma allora non è stato complicato per le sue due madri?” “Ma non so glielo chiederò…” Gliel’ho chiesto e in effetti sì. In particolare per Mimì non è stato facile di non sapere se avrebbe potuto [3:57]---ci bene, che cosa sarebbe successo se la mamma avesse avuto un problema... ma io non lo sapevo tutto questo, e ho saputo in quel momento anche le ragioni per cui mia madre aveva chiesto a mio padre di non riconoscerci …e lui ci ha riconosciuto piuttosto tardi, mi sembra quando avevo 18 anni…quindi ora abbiamo ufficialmente un padre… Quindi ho saputo tutto questo, ma quel che mi sono detto è stato… venendo qui, in realtà mi sono detto… ho l’impressione che saremmo stati qui e vi avremmo detto “Stiamo bene, va tutto bene, grazie, siamo dei figli normali, stiamo bene… perché in effetti ci sono delle tali fantasie, che viene voglia di rassicurarvi: stiamo bene, non preoccupatevi, grazie per l’interessamento, ma stiamo bene… ma allo stesso tempo… e se non andasse?
È vero che io non ho avuto bisogno della legge che spero votiate, non ne ho avuto bisogno, ma in realtà se non andasse bene, se mia madre avesse avuto un problema, o anche se lei ci avesse picchiato, come avrebbe potuto l’altra nostra madre proteggerci? Oppure, non so io, se lei si fosse arrabbiata… non ho idea.. e il fatto che si sia in un quadro “a-legale”, che siamo in una situazione di non-diritto, è strano in realtà, perché?
O davvero si pensa che ci sia un problema, che i figli di omosessuali non abbiamo il diritto di esistere, ma allora toglieteci ai nostri genitori insomma, agite di conseguenza!
O invece, se l’omosessualità non è un problema, è chiaro che è necessario che sia riconosciuto, che ci sia un quadro legale, ecco a me sembra una cosa normale…
E in effetti credo ci fosse solo una cosa che non andava bene per me… ed è l’omofobia, e in particolare queste ultime settimane insomma, da quando avete fatto questa proposta di legge, ma un po’ anche prima, quindi di sentire alla televisione che staremmo male, di sentire alla televisione che staremmo male a causa delle nostre madri, di sentire degli insulti e insomma… ero alla manifestazione contro la legge… ero accanto alla contro-manifestazione, e ce n’è stato uno che mi ha guardato e ha detto: “Ma sì… non sono che dei finocchi e dei coglioni di sinistra”, anzi “dei culattoni di sinistra” …sentire tutto questo e poi anche un’altra cosa. In effetti mi hanno sconsigliato… quando sono venuto qui volevo venire insieme a mia sorella, ho detto “sarebbe bello che venissi, faremmo un duo fantastico e tutto” e poi mi hanno sconsigliato di venire insieme a mia sorella perché siccome è omosessuale, c’è stato chi ha detto “eh però così gli diamo il bastone per picchiarci…” Ma in realtà quel che non capisco è che o davvero siamo in una società omofobica, l’omosessualità è un problema, oppure l’omosessualità non è un problema, e allora che noi diventiamo o meno omosessuali, che ce ne frega…? No ma è vero! Ce ne freghiamo! Anche se tutti i figli degli omosessuali diventassero omosessuali davvero sarebbe un problema? Io non so… c’è stata un’omofobia [6:36]---e penso che il problema è lì e che effettivamente si debba andare verso delle leggi che creino uguaglianza per questo… Ma c’è una cosa che mi da fastidio più di tutto. Ed è il fatto che credo che usino noi figli per nascondere questa omofobia. Perché in realtà la gente non osa dire che l’omosessualità è un problema, ma ha invece il coraggio di dire “però per i figli deve essere difficile, e poi insomma… causa dei problemi psicologici eccetera…” e alla fine serviamo da liberazione dell’omofobia, le persone “per il nostro bene”, per così dire, si permettono di dire cose che non si permetterebbero. In realtà penso che la frase che chiede “l’omosessualità dei genitori è un problema per i figli?” questa domanda, in realtà nasconde una domanda latente che è “L’omosessualità è un problema?”
E si risponde “sì” alla prima per non dover rispondere “sì” alle seconda. Ecco e questo mi dà fastidio: mi piacerebbe che si smettesse di usare noi per… insomma che le persone siano omofobe se lo vogliono, non so, siamo in democrazia… ma che si smetta di utilizzare noi per questo. È davvero fastidioso!
Quindi sì, credo che lo si debba dire fortemente, vogliamo l’uguaglianza, non vogliamo dei privilegi, ma vogliamo l’uguaglianza, vogliamo che tutti possano essere trattati nello stesso modo, che la sessualità di ciascuno non sia fonte di discriminazioni di nessun tipo, ecco.
Quindi sì penso ci sia bisogno di questa legge che voi state proponendo. Penso che ci sia un’altra questione che si porrà il giorno dopo che voi approverete la legge, e cioè il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio, in un quadro omogenitoriale. Perché in realtà le famiglie eterogenitoriali si sono battute… non so se si siano battute, ma comunque hanno ottenuto dei diritti per i figli, compresi quelli fuori del matrimonio, e in realtà questo si porrà anche per noi, perché… ho saputo oggi al telefono che Mimì pensava che avrebbe voluto sposarsi per poterci adottare (e sarei felicissimo che tu ci adottassi Mimì!) ma non aveva necessariamente voglia di sposarsi, e allora perché non si potrebbe più semplicemente riconoscere che ho due madri che mi hanno sempre cresciuto e che sia semplicemente un riconoscimento dei fatti, almeno nel caso del matrimonio che ci sia la possibilità di adottare, ma anche fuori dal matrimonio che si potessero riconoscere tutte queste cose… la Procreazione Medicalmente Assistita, qualcuna che conosco bene e che in questo momento sta avendo problemi, è stata obbligata a partire all’estero, perché lo Stato evidentemente vorrebbe che andasse a letto con un uomo senza preservativo, mentre lei non lo vorrebbe, e perché la si obbliga ad andare a letto con un uomo senza preservativo per avere dei figli, quando si potrebbe fare diversamente? E perché la si obblighi ad andare all’estero e spendere delle migliaia di euro, non lo capisco…
Quindi tutto questo, penso che sia importante, ed ecco, è tutto: non vi chiedo di approvare la mia famiglia, di approvare le nostre, di approvare le scelte famigliari che rappresentano, ma soltanto lasciateci vivere e dateci gli stessi diritti che agli altri. Grazie.
Grazie mille, M. Seban…
http://filsdelelivre.wordpress.com/
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