Παρασκευή 15 Φεβρουαρίου 2013

due mamme, due figli, nessuna tutela. Ecco perché vogliamo sposarci





Sono 22 anni che viviamo in Italia. Non a Roma o a Bologna o a Torino. No! A Santo Stefano del Sole, un piccolo paese dell'Irpinia vicino a Avellino, nel sud Italia, sulle belle colline dei monti Picentini. Quando io e la mia compagna abbiamo deciso di vivere lì, tutti ci presero per matte e ci consigliarono di andare a vivere almeno in una città. Noi, però, avevamo fiducia in noi stesse e negli altri. E' andata bene. Va bene. Siamo felici qui.

I primi 10 anni, quando eravamo noi due e basta, abbiamo sempre vissuto in modo sereno la nostra relazione senza parlarne ma senza nasconderla. Chi voleva capire, capiva. Pochi in verità. E' più semplice per tante persone non fare domande e nemmeno farsele. A volte era difficile: ciò che sembrava ovvio per noi era oscurato, silenziato da tutti. Eravamo trasparenti.

Come una lastra di vetro in cui non si rifletteva nulla di concreto, di dicibile. Dormivano nello stesso letto (e non per mancanza di spazio) ma mai nessuno ci ha chiesto nulla. Per pudore, per rispetto, per vergogna? Forse per cecità e per omofobia blanda. Vivevamo insieme ma non si diceva né il come né il perché. E poi abbiamo deciso, dopo lunghi anni di riflessione, di avere dei bambini. E lì è cambiato tutto, in pochi mesi.

Sapevamo che se volevamo vivere felici in questo paese e insieme agli altri, toccava a noi mostrare ciò che altri non volevano vedere. Era nostro dovere morale per i figli che sarebbero venuti: dovevamo essere oneste e sincere per proteggerli. Non potevamo assolutamente permetterci che loro crescessero senza che le relazioni che univano i membri della nostra famiglia fossero chiare a tutti. Per onestà, per opportunità di vita e anche politica, per il buon vivere, per il rispetto di tutti, per la nostra dignità in quanto famiglia.

Così, quando finalmente, dopo tre anni di calvario nel tentativo di rimanere incinta, si cominciò a vedere il pancione, andai in giro per il paese, dai commercianti abituali, dai vicini e tutti, stupiti e felici, si congratulavano per il prossimo arrivo. E chiedevano, legittimamente curiosi "ma chi è il fortunato papà?" al che sistematicamente rispondevo che non c'era un papà, che io e Raphaelle eravamo andate in Belgio e grazie a una Pma e un donatore di sperma ero rimasta incinta, e che il bimbo l'avremo cresciuto insieme.

Molti hanno accolto la notizia con gioia e stupore. Lo stupore non era sulla notizia ma per la sincerità con la quale avevamo deciso di spiegare ogni cosa. Qualcuno si è allontanato, tanti si sono avvicinati. E poi è nata Lisa ed è stata una vera esplosione di gioia. Sono venute a trovarci tante persone del paese, con un pensiero e tanto amore. Sembrava incredibile persino a noi. "Allora ?" dirà qualcuno, "se è tutto così rose e fiori perché volete sposarvi e chiedete dei diritti?"

Perché la nostra vita, anche se felice, è spesso molto complicata e tante cose rimangono sospese nel dubbio e nell'incertezza. Sì, è molto complicata, anche se siamo una coppia stabile da 31 anni e abbiamo fatto di tutto per sistemare le carte. Ogni novità, anche la più piccola come l'acquisto di una nuova macchina, o prendere l'aereo, rimette in motto tutto un meccanismo di carte e documenti che pensavamo sistemate una volta per tutto. Ma per noi, niente è mai stabile, la vita è mobile e con la vita, a casa nostra, tutta l'amministrazione è in perenne rifacimento.

Dieci anni dopo Lisa è nato Andrea. Lisa è mia figlia legale. Andrea è figlio legale di Raphaelle. E' arrivata un'altra gioia immensa e nello stesso tempo altri grattacapi complicatissimi. A ognuno dei nostri figli legali manca una mamma sulla carta. Questo ci obbliga a fare eterni e complicatissimi salti per riaggiustare l'equilibrio ad ogni novità. E' difficile capire che fare un testamento per noi è una roba per espertissimi e anche loro si perdono e non sanno da dove iniziare perché bisogna mettere in conto ogni evenienza, anche le più tragiche. Non sai quando morirai e questo non aiuta.

Come coppia vogliamo tutelarci l'un l'altra ma per la legge italiana l'altra non è nulla e tutto ciò che abbiamo andrà al nostro figlio legale! Per noi è inaccettabile. La mia preoccupazione ora è tutelare la mia compagna in caso di mia morte prematura e lei vuole tutelare me. Ed è difficile. Vogliamo anche tutelare i nostri due figli per qualsiasi cosa capiti all'una o all'altra e lasciare a ognuno ciò che spetta loro in egual misura.

Ma anche qui è difficile in assenza di riconoscimento della doppia filiazione. Che succede se muoio prima io e se muori prima tu? E se ci separiamo? E la casa a chi e come l'intestiamo? E l'assicurazione sulla vita? E la casa di tua madre in Francia? E la legittima ? E le tasse di successione? E sai che se muori per prima, Lisa erediterà dai nonni ma non Andrea? Non è giusto! Dovremmo pensarci e nel caso dare di più a Andrea! Ma se muori tu prima? Sai che Lisa non avrà nulla dai tuoi? Etc...''.

E se ci separiamo? Ancora peggio? Se non riuscissimo a gestire la cosa? Le cause? Il tribunale? Le spese? I giudici omofobi? Come faranno i bambini? E se muoio all'improvviso per prima? A chi verrà affidato tuo figlio per la legge? A tua sorella? A tua cugina? E io e Lisa ? E' sufficiente quella carta che abbiamo fatto? Basta la visibilità? Le testimonianze? Basta l'amore? L'impegno? Il numero di pannolini cambiati e i biberon che ho dato e le lezioni di piano che ho pagato e le notti con la febbre e l'ansia e le paure e tutto ciò che io e te abbiamo fatto e dato e sacrificato in questi anni per amor loro?

E poi c'è l'omofobia latente. Quando a scuola gli altri bimbi dicono che non è vero che due donne possono sposarsi e nessuno li corregge! Quando il bulletto di turno dice che Lisa diventerà lesbica e la maestra non sente o pensa non sia importante! E c'è la festa del papà dove le fanno imparare la poesia su come è bello e forte il suo padre, senza ricordare che Lisa ha due mamme e dovrebbero pensare, come dice il regolamento della scuola, a fare attività inclusive! E poi la giornata contro l'omofobia della quale nessuno parla mai a scuola perché gli altri genitori pensano che si parlerà di sesso! 

E poi c'è l'ossessione del sesso appunto come se si potesse ridurre l'omosessualità al sesso e basta! C'è la politica dei reazionari beceri che in Tv un giorno sì e l'altro pure, dicono cos'è una famiglia e soprattutto cosa non è! E c'è Lisa che ha 10 anni e sente e si arrabbia! E quando si arrabbia, va al computer a scrivere allo stupido di turno che dice a milioni di persone come saranno distrutti i nostri figli e propensi al suicidio, e quando Lisa gli scrive che è un cretino e parla senza sapere, dicono che la povera bimba è strumentalizzata e le sue madri degli abomini perché precipitano il mondo verso il baratro. Come se non ci fossimo già nel baratro e non è certo per colpa nostra!

C'è la conoscente che ancora non riesce a capire come mai accetto che Lisa chiami mamma un'altra donna! Come se fosse così difficile capire che l'altra donna è l'altra sua madre e per essere madre non bisogna portare in grembo e nemmeno basta partorire e nemmeno è necessario dare il proprio cognome.
 E poi ci sono i miei due figli che sono fratelli e non sono fratelli, che crescono insieme e hanno gli stessi genitori ma non hanno lo stesso cognome, e poi c'è Andrea che per la legge non è il nipote dei miei genitori anche se i nonni lo adorano, c'è la pagella di Lisa che Raphaelle firma anche se non potrebbe e ti fa sentire sempre come se facessi una forzatura.

C'è la paura dell'ospedale e del pronto soccorso e del medico che ti chiederebbe "chi è lei ?". C'è questo e tanto altro nei silenzi, nell'evitare i discorsi, in certi sguardi, in certi commenti pieni di sufficienza. C'è il disvalore sociale che sentiremo sempre sulla nostra pelle e quella dei nostri figli finché non saremo pieni cittadini e potremo godere finalmente non solo degli stessi doveri ma anche delle stesse tutele e degli stessi diritti.

Perciò vogliamo sposarci. Per questo e per tantissimo altro. Per non giustificarci più, per non spiegare sempre, per potere vivere finalmente senza battagliare, per sentirsi finalmente uguali di fronte alla legge, per firmare per l'altra, per sapere che nessuno mai ci potrà togliere i nostri bambini, per dare a loro ciò che meritano: sicurezza e presenza, simboli e quadro legale.

Perciò vogliamo sposarci, per potere anche decidere di non farlo ma non perché ne siamo indegni ma perché potremo come altri scegliere come e se tutelare i nostri affetti, i nostri amori, le nostre vite, le nostre famiglie.

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