Παρασκευή 17 Ιανουαρίου 2014

La storia dei matrimoni gay in Toscana a fine ’800





Si dice che la storia sia maestra di vita, e noi di Toc toc abbiamo sempre creduto a questo detto tramandatoci dagli antichi.
Ciononostante, abbiamo comunque dovuto sgranare gli occhi quando abbiamo ascoltato la storia di cui parla “Ubi tu gaius, ego gaia”, il cortometraggio del regista Matteo Tortora presentato all’ultima edizione del Florence  Queer Festival.
Sì, perché insomma, ci aspettavamo di tutto, tranne un documentario che parlasse di matrimoni gay (o più correttamente matrimoni fra persone dello stesso sesso) celebrati non soltanto qui in Toscana, nelle campagne del Mugello, ma addirittura alla fine dell’800. E, per non farci mancare nulla, secondo il rito cattolico.
matrimoni gay, Toc toc Firenze
Questo infatti è il tema del cortometraggio “Ubi tu gaius ego gaia”, che per chi non lo sapesse altro non è che la formula latina con cui la sposa anticamente accettava il matrimonio, ma che per una curiosa assonanza a noi contemporanei non può non farvenire in mente anche altro.
Dopo esserci rimessi sulla sedia da cui eravamo caduti, abbiamo pensato alla situazione del nostro paese: i diritti delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e trans) sono fermi a un medioevo legale in confronto al resto dell’UE.
A prima vista dunque una storia simile non può che farci sorridere e lasciarci un velo di amarezza. Abbiamo così voluto approfondire, contattando Matteo e facendoci spiegare da lui cosa volesse comunicare.
Nel passato il matrimonio religioso a tematica omosessuale è stato molto più frequente di quanto siamo portati oggi a pensare. Era diffuso nell’antica Roma e nel periodo paleocristiano, ma anche in altre società come ad esempio presso gli indiani d’America. Abbiamo dunque voluto comunicare, tramite il nostro documentario, che questa possibilità non è affatto inverosimile nemmeno qui, a pochi passi da Firenze, e in un’epoca in cui non siamo abituati a immaginare situazioni simili.
Quindi la realtà che rappresenti è tutt’altro che sconcertante e rivoluzionaria?
Esatto. Nel documentario si vede chiaramente che il matrimonio fra persone dello stesso sesso non è poi così diverso da quello tradizionale. Nella comunità in cui si svolgeva, le famiglie formate da coppie gay erano perfettamente integrate e il loro matrimonio veniva visto semplicemente per quello che è: due persone che si vogliono bene e che vogliono costruire qualcosa assieme. Se ciò era possibile in una società rurale e tradizionalista come quella rappresentata, perchè non dovrebbe esserlo nella nostra?
D’accordo Matteo, però i mugellani con cui hai avuto a che fare quando hai fatto le riprese, quando hai contattato i testimoni e quando hai cercato il materiale che ti serviva come l’hanno presa? Si sono riconosciuti in questa rappresentazione?
Ho avuto delle ottime risposte da parte delle persone con cui ho avuto a che fare, specialmente fra gli anziani! Per la mia esperienza, posso dire che sono molto più aperti di quello che saremmo portati a pensare. E ti dirò di più: sono state numerose le persone che mi hanno cercato perché sicure di esser state testimoni della mia storia, salvo rendersi conto poi di essersi confusi. Segno che probabilmente le coppie omosessuali non erano una realtà così remota  da quelle parti.
Insomma, raccontare il passato per farci riflettere sul presente.
D’altro canto, non c’è da stupirsi se una storia simile abbia luogo proprio qui in Toscana.  È qui che è stata approvata la prima legge contro l’omofobia in Italia. Ed è proprio a Firenze che il filosofo rinascimentale Pico della Mirandola fu seppellito insieme all’uomo che amava, Girolamo Benivieni. Molto prima delle vicende di cui ci parla Matteo.
matrimoni gay, Toc toc Firenze
La lapide posta sulla tomba dove giacciono i due, presso la Chiesa di San Marco, recita infatti  “la morte non separi coloro i cui animi in vita congiunse Amore”. 
Forse, un segno del passato che per Firenze dovrebbe e deve dire qualcosa.
Nel frattempo, se vi siete un po’ incuriositi, vi lasciamo al trailer del cortometraggio.
Che ve ne pare?

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