Caro presidente Renzi,
mi chiamo Claudio Rossi Marcelli e sono un giornalista italiano. Vivo con mio marito e i nostri tre figli - tutti di nazionalità italiana - in Danimarca e il motivo principale di questa scelta è che qui ci trattano come la famiglia che siamo. Mentre in Italia, no.
Le istituzioni del nostro paese ci trattano come merce da dibattito televisivo, moneta di scambio tra partiti, materiale per strumentalizzazioni politiche e religiose. Ma noi siamo molto più di questo: siamo una famiglia piena d’amore, come molte altre.
E sull’amore dei genitori per i figli, non si lascia libertà di coscienza. E non lo si mette ai voti: lo si protegge e lo si tutela, con misure politiche adeguate. La legge sulle unioni civili del suo governo è al limite della decenza per noi coppie e famiglie omogenitoriali, ma eravamo pronti ad accettare la dimostrazione di buona volontà a patto che non fosse stata toccata la stepchild adoption: la possibilità di adottare il figlio del proprio partner in assenza di altri genitori.
Non si può essere europeisti solo quando fa comodo
Si tratta, e lei lo sa bene, di una norma che tutela i bambini che ci sono già. È una norma che ribadisce il principio per il quale nessun bambino può essere discriminato per il modo in cui è venuto al mondo e per l’orientamento sessuale dei suoi genitori. Non cambia proprio nulla su chi può fare figli e chi no, perché i divieti vigenti in Italia rimangono esattamente come prima.
Ma non cambia neanche il fatto che una coppia di donne italiane può andare in paesi europei come la Spagna o la Danimarca per avere figli. E, a meno che non mandiamo l’esercito nelle cliniche di questi paesi per sbarrare le porte a queste coppie, dobbiamo guardare in faccia la realtà e accettare che questi bambini esistono, diventeranno sempre di più, e l’Italia ha il dovere di garantirgli uguale dignità e tutela giuridica. Perché non si può essere europeisti solo quando fa comodo.
La invito quindi a non cedere alle strumentalizzazioni o alle posizioni ideologiche e sostenere la stepchild adoption in nome di tutti quei bambini che hanno bisogno che i loro genitori lo siano anche di fronte alla legge.
Buon lavoro,
Claudio Rossi Marcelli
http://www.internazionale.it/opinione/claudio-rossi-marcelli/2015/10/13/renzi-stepchild-adoption
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-3d350234-08f2-4769-93da-981a13afe3ab-tg3.html
http://www.internazionale.it/opinione/claudio-rossi-marcelli/2015/10/13/renzi-stepchild-adoption
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-3d350234-08f2-4769-93da-981a13afe3ab-tg3.html
Milo e la sua vita con due mamme
INGRANDISCI
Milo, un anno e mezzo di vita, ha due mamme. Sono Laura, 35 anni e Valeria, 39 anni e come molte altre coppie, dopo qualche anno di convivenza, hanno deciso di avere un bambino. Per questo motivo sono andate a Copenaghen per fare l’inseminazione artificiale. Da quando è nato il loro primo figlio, vivono insieme in una bella casa a Firenze. Laura è la madre biologica, mentre Valeria per lo Stato italiano è un’estranea: senza i diritti, ma anche senza le responsabilità e i doveri di un genitore. Oltre a essere parte dell’associazione Famiglie arcobaleno, raccontano ogni giorno la loro vita sul blog “Diversamente mamme”. La Stampa.it è andata a trovarle. Ecco che cosa ci hanno raccontato.
Di Manuela Messina
http://www.la7.it/laria-che-tira/video/unioni-civili-due-madri-per-una-figlia-14-10-2015-164541
"Made for Real, Real Life", lo spot Campbell's e la normalità dei genitori gay (VIDEO)
Pubblicato: Aggiornato:
Non è una finzione, è la normalità. Quello che si vede nello spot di Campbell Soup, il marchio alimentare statunitense noto per le sue passate di pomodoro, è vita vera. Le famiglie fatte di due mamme o di due papà sono talmente entrate a far parte della nostra quotidianità, da diventare protagoniste di una pubblicità il cui intento, per l'appunto, è quello di mostrare la realtà, e arrivare a tutte le famiglie.
Ma c'è di più. I due attori che nel video imboccano il figlio e recitano la parte dei fidanzati, non sono solamente calati nella parte, bensì realmente compagni e padri di Cooper, il bambino che nel video viene imboccato.
Nulla più da sdoganare, quindi. Semplicemente una delle tante realtà familiari. E in effetti così si chiama l'intera operazione pubblicitaria Campbell's "Made For Real, Real Life" (con l'hasthag "#RealRealLife"), ossia, fatta per la vita vera.
Secondo il sito Advertising Age la campagna, di cui questo video è solo parte di una piccola serie, l'obiettivo è quello di far capire che i prodotti Campbell's sono "vero cibo che conta per i momenti della vita".
E così, come in una delle pubblicità della serie si vede una mamma che fa la spesa al supermercato, in questo si vedono Larry Sullivan e David Monahan (questo il nome dei due attori) che imboccano insieme Cooper canticchiando il motivo di Star Wars, "sono tuo padre" dice il primo con un esplicito riferimento al film, "No, no, no, io sono tuo padre", dice il secondo (i due erano stati insieme protagonisti già di un altro spot).
Il concetto alla base della campagna, perciò è quello di mostrare come i prodotti Campbell's si inseriscano "nella vita quotidiana frenetica delle persone in maniera autentica, divertente e facilmente riconoscibile" ha dichiarato Yin Woon Rani, vicepresidente nel marketing del gruppo sul sito della società. "Questa campagna rispecchia la moderna famiglia americana, perché noi sappiamo che le persone rispondono ai brands che le capiscono e che mostrano la vita com'è, in
tutte le sue gloriose e gioiose imperfezioni" ha detto ancora.
tutte le sue gloriose e gioiose imperfezioni" ha detto ancora.
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