Dodici strumenti di autodifesa dalla teoria del gender, per genitori con figli da 0 a 18 anni – ovvero “Come crescere figl* omofobi, figlie sottomesse, figli degli anni ’20 e diventare nonni a 40 anni.”
GUEST STAR di questo post:
Il Forum delle Associazioni familiari dell’Umbria (Che si sta preparando a contrastare i famosi libretti contro il bullismo omofobo con tutta la serietà di cui è capace)
Cosa fare prima di scegliere la scuola per i vostri figli
1. Prima dell’iscrizione verificate con cura i piani dell’offerta formativa (POF) e gli eventuali progetti educativi (PEI) della scuola, accertandovi che non siano previsti contenuti mutuati dalla teoria del gender. Le parole chiave a cui prestare attenzione sono: educazione alla affettività, educazione sessuale,omofobia, superamento degli stereotipi, relazione tra i generi o cose simili, tutti nomi sotto i quali spesso si nasconde l’indottrinamento del gender.
Questa teoria del gender, infatti è pericolosissima. Insegna che le persone nascono con caratteri sessuali biologici intorno ai quali la società costruisce il genere, ovvero quell’insieme di comportamenti che ti rendono “donna” o “uomo”, ma che sono imposti, non innati. E quindi, occhio che non si faccia educazione all’affettività, è dannoso insegnare che ci si può innamorare di una persona dello stesso sesso! Guai a parlare di educazione sessuale! Superare gli stereotipi, ma per carità! Ci indrottrinano i figli e rischiamo di avere una figlia astronauta e un figlio che prende il congedo di paternità, delle sciagure che non possiamo sopportare. Invece a noi piace che i figl* si sentano in colpa perché si sentono attratt* da persone dello stesso sesso, ma che ci diano dei nipotini in giovane età, perché non usano quelle bruttissime cose che sono i contraccettivi, magari malati di sifilide, visto che nessuno insegna loro nulla del sesso sicuro (bandito, visto che l’educazione sessuale non ci piace) e che tirino le pietre a omosessuali e lesbiche.
Cosa fare all’inizio dell’anno scolastico
2. Durante le elezioni dei rappresentati di classe esplicitate la problematica del gender e candidatevi ad essere rappresentanti oppure votate persone che condividano le vostre posizioni in materia. In ogni caso tenetevi informati con gli insegnanti, i rappresentanti di classe e di istituto per conoscere in anticipo eventuali iniziative formative in materia di “gender”.
Mi raccomando, esplicitiamo bene la nefanda teoria del gender che tanti danni produce. Spieghiamo bene, nei dettagli, che quella eretica di Simone de Beauvoir (“De Bauvoir chi? ” “No, no, nessuno… probabilmente una pericolosissima lesbica, racchia e pelosa che cercava di omosessualizzare l’umanità. Sopravvalutata.”) quando disse “On ne naît pas femme, on le devient” era probabilmente sotto effetto di stupefacenti. E mi raccomando, circondiamoci solo di persone che la pensano come noi: il confronto infatti, è pernicioso. Non si sa mai che ci siano opinioni differenti.
Cosa fare durante l’anno scolastico
3. Controllate ogni giorno quale è stato il contenuto delle lezioni e almeno una volta a settimana i quaderni e i diari scolastici, parlandone con i vostri figli. Non siate in alcun modo pressanti verso i figli ma siate coinvolgenti e attenti al loro punto di vista, pronti a render ragione della vostra attenzione.
4. Visitate spesso il sito internet della scuola per verificare che il gender non passi attraverso ulteriori lezioni extracurricolari (es. Assemblee di istituto o altre attività straordinarie).
Oh mamma! E se i nostri figli sono di quelli che dimenticano regolarmente quaderni e diari come facciamo? Non possiamo controllare! E se sono disgrafici e non capiamo quello che scrivono? E se per caso sono di quegli adolescenti che non parlano con noi? E se, oggesùgiuseppemmaria! un giorno nostr* figli* brucia la scuola e noi non veniamo a conoscenza di subdole manovre omosessualizzanti e miranti a cancellare le discriminazioni di genere?
Cosa fare se la scuola organizza corsi sul gender per genitori o insegnanti
5. Se le lezioni sulla teoria del gender sono dirette a genitori o insegnanti, chiedete la documentazione e confrontatevi con le associazioni di genitori o col Forum delle associazioni familiari della vostra regione per verificare e valutare i contenuti proposti, spesso lontani dalle verità scientifiche.
Vero. Non è abbastanza scientificamente provato che se un ragazzo, superando gli stereotipi di genere, per caso carica una lavatrice, non perde la sua virilità. E non abbiamo alcuna verità scientifica sul fatto che una ragazza che fa l’amore senza essere preparata rischia una gravidanza indesiderata e malattie varie.
Non sono cose abbastanza provate.
Cosa fare se la scuola organizza lezioni o interventi sul gender per gli studenti
6. Date l’allarme! Sentite tutti i genitori degli studenti coinvolti e convocate immediatamente una riunione informale, aperta anche agli insegnanti
7. Chiedete (è un vostro diritto!) di conoscere ogni dettaglio circa chi svolgerà la lezione, che contenuti saranno offerti, quale delibera ha autorizzato tale intervento formativo, quali sono le basi scientifiche che garantiscono tale insegnamento
8. Dopo la riunione informale potrete chiedere la convocazione d’urgenza di un consiglio di classe straordinario per discutere della questione, eventualmente inviando una lettera raccomandata al dirigente scolastico e per conoscenza al dirigente dell’ufficio scolastico provinciale in cui chiedete le stesse informazioni e, qualora tale intervento non sia previsto dal piano dell’offerta formativa, chiedere che sia annullato.
9. Informate immediatamente le associazioni dei genitori del territorio e il forum delle associazioni familiari e, eventualmente, i consiglieri comunali e regionali del vostro territorio o i vostri parlamentari di riferimento. Ricordatevi che più la notizia è diffusa meglio è.
“All’attenzione dell’intero pianeta: ai nostr* figl* stanno per insegnare che l’amore omosessuale è semplicemente amore, che esistono i contraccettivi, che una ragazza può scegliere se e quando diventare madre, che un ragazzo può cambiare un pannolino senza che gli cada il pisello, che chi discrimina gli omosessuali si chiama omofobo e che una donna può decidere di non sposarsi e di viaggiare da sola, di fare l’amore con tutt* quell* che vuole, restando sempre e comunque una donna. Vi renderete tutti conto del gravissimo danno che questo potrebbe produrre all’intera società?”
Cosa fare se la scuola vuole comunque costringere i vostri figli a ricevere educazione basata sulla teoria del gender nonostante le vostre iniziative
10. Nel caso in cui la scuola rifiuti di ascoltare ogni vostra richiesta, inviate una raccomandata al dirigente scolastico e per conoscenza al dirigente provinciale in cui chiedete che l’iniziativa sia immediatamente sospesa e comunicate che in caso contrario eserciterete il vostro diritto di educare la prole come sancito dall’art. 30 della Costituzione e che pertanto, nelle sole ore in cui si svolgeranno tali lezioni terrete i vostri figli a casa
11. Fatevi aiutare dalle associazioni di genitori o dal Forum delle associazioni familiari per ogni azione più decisa quale, ad esempio, la segnalazione al ministero di eventuali abusi oppure eventuali ricorsi al TAR oppure per la redazione di formali diffide.
E non dimentichiamo di chiamare la Polizia, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco, la Buoncostume e la Dia. I Marines, l’FBI, Superman e Batman. Wonder Woman no, perché è troppo “gender”, sarà sicuramente lesbica.
Cosa fare IN OGNI CASO
12. Custodite i vostri figli, alleatevi con loro, fornite loro fin da ora un adeguato supporto formativo e scientifico in base alla loro età così da proteggerli e prepararli a fronteggiare la teoria del gender. Spiegate loro il perché di ogni vostra azione, coinvolgendoli nelle scelte della famiglia. Fate in modo che non si sentano mai soli in ogni vostra iniziativa, ma coinvolgete anche altri genitori e conseguentemente anche altri loro compagni di classe. L’unione fa la forza. Anche in questo caso.
Se abbiamo figli omosessuali o figlie lesbiche, no. E nemmeno se abbiamo figli che portano i capelli lunghi e amano aiutare a cambiare i pannolini ai più piccoli o figlie che giocano a calcio. Loro non li dobbiamo né sostenere, né amare. Sono contronatura. Spiegheremo loro che li ripudiamo in quanto diversi. Coinvolgiamo gli altri genitori e incoraggiamo loro ed i loro figl* a insultare, discriminare o negare il diritto di esistere della nostra prole, così deviata.
E andiamo avanti così, ops, indietro. A noi piace il ventennio fascista.
Manif Pour Tous, un vademecum per difendere i bambini dalla “ideologia del gender”
Ai microfoni di Radio Vaticana Filippo Savarese ci mette in guardia: la famiglia è in pericolo, minacciata com’è dalla “ideologia del gender”, i genitori sono molto angosciati, la fine del mondo è vicina. Per queste ragioni Manif Pour Tous Italia, di cui Savarese è portavoce, ha prodotto un Vademecum di “autodifesa” per i genitori (“Ideologia del ‘gender’ a scuola. Un Vademecum di ‘autodifesa’ per i genitori”, Radio Vaticana, 28 febbraio 2014).
Che cosa spaventa così tanto questi poveri genitori? E cosa insidia i pargoli innocenti? Alcuni libri di favole. Ma che non sono mica solo favole, no, no – sono cavalli di Troia per diffondere una pericolosa dottrina, per corrompere i fanciulli con la scusa di combattere le discriminazioni di genere, per parlare loro di sesso e chissà di quale altra diavoleria (preferisco non usare la parola “diversità” perché rinforza la convinzione che esista un Modello Unico e Giusto – l’eterosessualità prolifica – cui conformarsi o, se siamo buoni e tolleranti, cui discostarsi, ritrovandosi con un cartello con su scritto: “diversi”).
“Con la scusa di contrastare l’omofobia – così prosegue Savarese – alcune sigle Lgbt vorrebbero rieducare i ragazzi nei delicati ambiti della morale sessuale”. È per evitare questa velenosa diffusione che è stato messo a punto il vademecum: “per contrastare la diffusione della ideologia del gender nelle aule scolastiche”.
“I pericoli sono tanti e a volte ben nascosti.
L”a campagna ideologica “anti-omofobia” ha l’unico scopo (dichiarato) di fare di chi non la pensa ‘Lgbt-friendly’ un nemico della società“.
— ManifPourTousItalia (@ManifPourTousIt) March 1, 2014
L”a campagna ideologica “anti-omofobia” ha l’unico scopo (dichiarato) di fare di chi non la pensa ‘Lgbt-friendly’ un nemico della società“.
— ManifPourTousItalia (@ManifPourTousIt) March 1, 2014
È per questo che bisogna difendersi. Ma da dove cominciare?Controllare il Pof, prima di tutto: che non ci siano strane espressioni, come “educazione all’affettività”, alla sessualità o – soprattutto – al genere. Questa è la spia per eccellenza della corruzione del piano dell’offerta formativa e dell’intero istituto scolastico. Se la si trova, è necessario passare all’azione: parlare con gli insegnanti, avvertire gli altri genitori, denunciare al consiglio di classe e, se tutto questo è inutile, chiedere aiuto a Manif. “Possiamo intervenire direttamente nel caso”.
Insomma, per tutti i genitori preoccupati ora c’è una risposta. Ma in molti sembrano sapersi difendere bene da soli, come nel caso dei moduli con genitore 1 e genitore 2 – moduli nati banalmente per non dare per scontato che ogni bambino abbia una madre con la vagina e un padre con il pene (genitori, coprite gli occhi ai vostri bambini!), perché magari ne hanno uno solo di genitore, oppure più di due o – questo è il caso più rischioso – hanno due mamme o due papà. Non è raro infatti imbattersi nella fiera esposizione di un colpo di penna per cancellare “genitore” e sostituire orgogliosamente “mamma” – che chissà a quale insieme appartiene. Ma di fronte a una simile emergenza non si può perdere tempo con i sofismi.
È necessario ribellarsi “all’arroganza di un Comune che per iscrivere i figli a scuola chiede la rinuncia a chiamarsi padre e madre. Almeno sui moduli di un’amministrazione che ha più a cuore la deroga che la norma. E che magari l’8 marzo festeggerà la donna, dopo averle tolto il diritto a essere mamma” (“’Genitore 1? Sono la mamma’. La sua rivolta contagia tutti”, 3 marzo 2014, “Il Giornale”).
Il 28 febbraio scorso anche su “Il Foglio” veniva lanciato l’allarme tramite la voce di Jacopo Coghe, presidente di Manif Italia (“Giù le mani dalle nostre famiglie. Ecco la Manif pour Tous Italia”), nata copiando l’associazione francese che combatte il matrimonio per tutti, non capendo che nessuno ti forza a sposarti qualcuno del tuo sesso né a sposarti. I diritti sono fatti così, non sono obbligatori. Anche in Francia l’ideologia del gender si sta diffondendo, e c’è perfino un libro con familiari, baby-sitter e altri nudi. Scandaloso.
La Manif pour Tous Italia è nata allora “perché non sentivamo intorno a noi il giusto allarme, nemmeno da parte di un mondo delle associazioni cattoliche che pure su quei temi è attivo, e perché non arrivava una vera informazione su quello che si stava preparando”.
Coghe ci tiene a sottolineare che loro rifiutano l’umiliazione e la discriminazione e la derisione “nei confronti di tutti gli esseri umani, comprese le persone con tendenze omosessuali” (meno chiaro se siano comprese anche quelle che si spingono oltre alle “tendenze omosessuali”), probabilmente hanno anche molti amici gay. Però, muovendosi sul terreno della ragione mica su quello del pregiudizio, i bambini vanno protetti da queste stranezze. E mica “si tratta di affermare verità di fede ma di fare una battaglia di libertà”.
Usare la libertà per negare diritti è una mossa notevole, come ignorare la volontà di qualcuno per il suo bene. Suona familiare?
Ma mica vogliono deridere qualcuno, vogliono solo opporsi a un “allineamento legislativo ed educativo al conformismo gender”.
Coghe ci tiene a sottolineare che loro rifiutano l’umiliazione e la discriminazione e la derisione “nei confronti di tutti gli esseri umani, comprese le persone con tendenze omosessuali” (meno chiaro se siano comprese anche quelle che si spingono oltre alle “tendenze omosessuali”), probabilmente hanno anche molti amici gay. Però, muovendosi sul terreno della ragione mica su quello del pregiudizio, i bambini vanno protetti da queste stranezze. E mica “si tratta di affermare verità di fede ma di fare una battaglia di libertà”.
Usare la libertà per negare diritti è una mossa notevole, come ignorare la volontà di qualcuno per il suo bene. Suona familiare?
Ma mica vogliono deridere qualcuno, vogliono solo opporsi a un “allineamento legislativo ed educativo al conformismo gender”.
“Come i libretti dell’Unar, nei quali si suggerisce di chiedere agli alunni: ‘I rapporti eterosessuali sono naturali?’”. Due giorni fa, la Manif pour Tous Italia e il Forum delle famiglie dell’Umbria hanno presentato un “dodecalogo di autodifesa” per i genitori. “Non tocca allo stato ma a noi l’educazione dei nostri figli”, dice Coghe, che deve essere un sostenitore dell’homeschooling. E forse anche del creazionismo.
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