Genitori Rainbow
L'omossessualità repressa. Con un matrimonio e due figli. Poi la morte della madre: «dopo il lutto ho trovato il coraggio di cercare me stessa». Oggi presiede l'associazione che aiuta i casi simili al suo
Cecilia e Francesca © Stephanie Gengotti
Qualche settimana fa, abbiamo conosciuto la Rete Genitori Rainbow, Associazione di Volontariato che offre ascolto e supporto ai genitori lesbiche, gay, bisessuali e transessuali con figli avuti da relazioni etero. Ce ne ha parlato Cecilia d'Avos, copresidente insieme a Fabrizio Paoletti. Oggi Cecilia torna con noi, per condividere momenti della sua storia personale: la lenta consapevolezza del proprio orientamento sessuale.
Come ho scritto nel precedente articolo, proprio quest'anno lei, che vive a Roma, ed io festeggiamo i dieci anni della nostra amicizia. In parte conosco ciò che Cecilia sta per raccontare, alcuni dei fatti si sono svolti durante i nostri periodi di maggiore frequentazione. Ma la mia vita in perenne subbuglio, spesso precludeva l'attenzione necessaria. Cerco, quindi, di ascoltare e starle vicina ora, a scoppio un po’ ritardato.
Iniziamo la chiacchierata telefonica di sera, svuotando la mente dalla giornata di lavoro e incontri.
«I miei primi passi da lesbica – inizia Cecilia – nascono in tempi molto lontani, precisamente alle scuole medie. Frequentavo un istituto privato. In modo naturale è nato, ricambiato, un sentimento forte verso la mia compagna di banco. Stavamo insieme e ce lo dicevamo con chiarezza, evitando di definirci amiche del cuore».
«I miei primi passi da lesbica – inizia Cecilia – nascono in tempi molto lontani, precisamente alle scuole medie. Frequentavo un istituto privato. In modo naturale è nato, ricambiato, un sentimento forte verso la mia compagna di banco. Stavamo insieme e ce lo dicevamo con chiarezza, evitando di definirci amiche del cuore».
Un giorno, in seconda media, una loro innocente effusione viene notata e le mamme delle due ragazzine immediatamente convocate. Da quel momento nulla è rimasto lo stesso. «Siamo state strappate, letteralmente, una all'altra». Le amiche hanno anche smesso di invitare Cecilia alle feste di compleanno, frutto di una regia incisiva della madre.
Da adulte, lei e la sua compagna si sono a lungo cercate, inutilmente. Fino a che Facebook ha dato il suo contributo. Ritrovarsi, oltre che emozionante, rappresenta un supporto notevole per Cecilia, per colmare il vuoto di quegli anni.
«Non mi resta nessuna foto, neppure di gruppo, che risalga alle scuole medie. Nessuna traccia. Come se in quel periodo non avessi neppure vissuto. Mia mamma ha cancellato tutto, tacendo anche con mio padre. Lui, di tutto questo, non ha mai saputo nulla. È come se mia madre avesse voluto proteggerlo da un dispiacere».
Negli anni successivi, Cecilia non riusciva ad accostare l'attrazione verso le ragazze, che ogni tanto si risvegliava, con la parola innamoramento. Conseguenza inevitabile per chi, a 12 anni, ha scoperto un sentimento bellissimo e spontaneo, di cui non aveva alcuna paura, e se lo è visto annientare. Immersa in quell' annegamento emotivo nei confronti delle coetanee, ha iniziato la sua vita da etero. Riusciva, però, a frequentare solo uomini più maturi di lei, a volte anche di parecchi anni. Ma quando ha deciso di sposarsi, era comunque contenta. La sua convinzione autentica. Poi è diventata la mamma felice di Luca e Francesca, oggi entrambi maggiorenni.
Alcuni fatti determinanti hanno poi cambiato il corso della sua vita. I primi anni del 2000, Cecilia si è sottoposta a una terapia strategica breve, per affrontare un disagio in ambiente lavorativo. Durante queste sedute, è riuscita ad ammettere un forte coinvolgimento verso una collega. Ma le resistenze persistevano. Per questo lo psicologo le domandava se trovasse così inaccettabile provare attrazione verso una donna. Ancora lui, al termine della terapia, le ha poi fornito una chiave di lettura e di azione significative: «Tu hai sempre pensato che il deserto fosse il tuo ambiente, ma ogni tanto vedevi spuntare delle guglie fuori dalla sabbia. Di colpo una tempesta di vento ti ha mostrato che le guglie erano solo la parte emersa di una Casbah nascosta dalla sabbia. Ebbene, è arrivato il momento per te di esplorare la Casbah».
In quegli stessi anni si è verificato, dolorosamente, anche un secondo evento rilevante per Cecilia: la perdita della mamma. Prova, ovviamente, un affetto grandissimo per lei e sentirà sempre la sua mancanza. Ma con grande lucidità può oggi affermare come la figura della madre la bloccasse e la condizionasse. Infatti solo dopo il lutto ha trovato il coraggio di cercare se stessa e confrontarsi con altre donne lesbiche.
I primi passi sono stati in rete, iscrivendosi ad alcuni forum e mailing list. La sera in cui una donna, mamma di un bimbo, le ha risposto via Internet, raccontandole un po' di sé, Cecilia ha finalmente capito di non essere sola. «Ed è a questo preciso momento che mi sono ispirata quando abbiamo posto le basi dell’Associazione Rete Genitori Rainbow».
Il racconto è molto intenso, ne siamo entrambe totalmente coinvolte, ma ogni tanto la mia amica ha bisogno di riprendere fiato. Quegli anni sono stati faticosi. Ogni giorno Cecilia metteva un tassello alla propria consapevolezza. Anche il desiderio di affettività e sensualità per le donne aumentava. La decisione di separarsi, però, è stata lentissima, soprattutto per i figli. Se da una parte a Cecilia sembrava coerente mettere in discussione il matrimonio, dall'altro si sentiva frenata, non voleva che i ragazzi soffrissero a causa sua. Ma le tensioni in casa cominciavano a farsi sentire.
Un giorno, durante un gioco vivace con la sorella, Luca si è ferito rischiando di farsi male seriamente. È a quel punto che, parlando con i medici, viene fuori una motivazione per quel passatempo così esuberante: i ragazzi stavano reagendo all'atmosfera pesante e inespressa che serpeggiava in casa.«Ogni volta che pensavo alla separazione, mi frenavo per non farli stare male. E scoprivo, invece, che li stavo danneggiando. Rinunciando ad essere me stessa ero più nervosa, e lo diventava anche il mio ex mio marito».
Tuttavia la strada che l'avrebbe portata in Tribunale sarebbe stata ancora lunga. Ricordo quel periodo, i lunghi racconti che Cecilia ne faceva, le chiacchierate al telefono. In particolare, quando andava dall'avvocata, infilava gli auricolari e mi chiamava. Appena rispondevo già sapevo dove si trovasse: «Sei sulla Gianicolense!». Sono stati momenti laceranti,soprattutto quando l'ex marito ha scoperto il suo orientamento sessuale.
Alla fine le discussioni avvenivano anche quando i figli erano a casa. Dei due, la prima con cui Cecilia ha fatto coming out, una domenica a colazione, è stata la figlia. «Mamma, è vero che sei lesbica?», ha chiesto direttamente. La ragazzina aveva allora 14 anni. Se raccontassi io quanto so di quel momento, avrebbe ben poco effetto. Invito ad ascoltare attraverso il sito di Rete Genitori Rainbow, l'intervista che Francesca ha rilasciato a Oltre le Differenze, in cui fa riferimento anche a quella mattina.
Posso solo confessare quanto me ne senta coinvolta. Mentre mamma e figlia parlavano, senza saperlo, ho mandato a Cecilia un sms. Se ci penso, provo ancora i brividi. Soprattutto perché Francesca è stata grandiosa. Vorrei che tutti l'ascoltassero. Insegna davvero tanto a noi che abbiamo svariati anni in più e, spesso, quintali di saggezza in meno.
Con Luca, il coming out è avvenuto qualche tempo dopo. È stato un po' più lungo, perché lui è un ragazzo fantasioso, e insegue tanti pensieri quando parla. Ma poi, alla fine, ha scelto un'essenzialità meravigliosa per spiegarsi: «Tu sei una brava mamma, e per me conta questo. Per il resto, scegli tu come desideri essere».
Da quel momento Cecilia si sente ancora più forte. «Ora che i miei figli sanno di me, posso affrontare qualunque ostacolo». La sua scelta di visibilità è fondamentale per aiutare chi ancora sta affrontando quelle paure «Ai gruppi di auto aiuto di Rete Genitori Rainbow, ognuno porta la propria esperienza, non ne esistono due uguali. Per questo motivo c'è spazio per ascoltare la storia di tutti». Ciascuno vive conflitti interiori e lacerazioni difficili da ricostruire. Per questo l'aiuto e il supporto risultano fondamentali.
La nostra chiacchierata sta per terminare, non prima di essermi informata su una donna dagli occhi limpidi e dolcissimi, che è la compagna di Cecilia. Da sempre tifo per loro. Se so che stanno bene, mi sento meglio anch'io.
Per quanto riguarda la Rete Genitori Rainbow, il 5 e 6 aprile si svolgerà a Roma l'Assemblea annuale delle socie e dei soci. Per loro sarà un'importante occasione di incontro e confronto. Un'altra tappa essenziale nel difficile e intenso viaggio di ognuno.
Per quanto riguarda la Rete Genitori Rainbow, il 5 e 6 aprile si svolgerà a Roma l'Assemblea annuale delle socie e dei soci. Per loro sarà un'importante occasione di incontro e confronto. Un'altra tappa essenziale nel difficile e intenso viaggio di ognuno.
Geraldina Morlino
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