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"Noi avevamo capito fin da quando era piccola che Aurora si sentiva una donna in un corpo di uomo: e l'abbiamo sempre accompagnata e sostenuta, difesa dagli attacchi dei bulli. Quando nasce un figlio, non puoi pretendere che cresca a tua immagine, è una persona libera: l'essenziale è che sia felice". Guglielmo Marchetti e Anna Pepe sono i genitori di Aurora, la ragazza transgender aggredita da una banda di adolescenti con un coltello una decina di giorni fa: una storia che ha fatto il giro del web, grazie anche all'hashtag #iostoconaurora e a un video-denuncia che la stessa giovane ha postato su youtube. In vista del Pride di sabato 13 giugno, quando la comunità Lgbti sfilerà a Roma per rivendicare i propri diritti, hanno scelto di parlarci della loro famiglia: un vero modello di inclusione e accoglienza.
L'aggressione, avvenuta alle nove di sera ad Aprilia, la cittadina in provincia di Latina in cui vive la famiglia di Aurora, ha molto colpito entrambi i genitori: "Non è la prima volta che accade – dice Guglielmo – già due anni fa tre ragazzi le avevano tirato delle pietre, mancandola per un soffio. E poi gli insulti sull'autobus, a scuola. Abbiamo fatto diverse denunce ai carabinieri, ma sembra un incubo infinito". "Nostra figlia non è libera di fare una passeggiata, di uscire senza l'obbligo di essere scortata – aggiunge Anna – Adesso abbiamo paura ogni volta che esce da sola".
Guglielmo è tenente della polizia municipale di Roma Capitale, presta servizio presso la Procura ed è anche sindacalista. Anna si occupa degli affari di casa, in passato è stata attivista di Sel e oggi collabora con l'Anpi, l'associazione dei partigiani. Oltre ad Aurora, la coppia ha altri due figli, un maschio di 17 anni e una femmina di 14. I nonni materni stanno ad Amalfi, quelli paterni a Roma: "Hanno tra i 70 e gli 85 anni – spiega Anna – e come noi hanno accolto senza drammi la transizione di Aurora. Più complesso è stato per gli altri due miei figli: la piccola qualche anno fa l'ha vissuta un po' come un gioco, mentre con il grande ho dovuto parlare a lungo, perché all'inizio non comprendeva questa scelta". Completa la famiglia Alessandro, 22 anni, il ragazzo di Aurora: vive a Senigallia e studia giurisprudenza a Urbino, anche lui è transgender, avendo percorso il passaggio inverso, da donna a uomo.
Aurora, che da piccola per tutti era Federico (e lo è ancora oggi nei documenti anagrafici, in attesa di rettifica), collega l'inizio della sua transizione a una immagine: "Un vestito rosa da principessa, con una gonna enorme, che indossai a carnevale quando avevo 3 anni". Nell'adolescenza i momenti più difficili: "C'era poca informazione e non sapevo ancora che esistevano gli ormoni, o che avrei potuto operarmi: l'immagine del trans era associato a quello della prostituta, così mi ero rassegnata ad assumere il ruolo di ragazzo gay, e mi tingevo i capelli di fucsia, argento, blu elettrico per respingere il più possibile la mia identità maschile".
Guglielmo e Anna condividono con Aurora la sofferenza di tutti questi passaggi, e non mollano mai la presa: "Lo facevamo con discrezione – racconta Anna – Io cercavo ogni tanto di chiedere al nostro Federico se desiderasse qualcosa di diverso per sé, ma se la piena consapevolezza di voler cambiare l'ha maturata verso i 16 anni, la decisione vera e propria di iniziare la transizione è arrivata quando ne aveva 21. Ai primi incontri con lo psicologo siamo andati anche noi". "Nel frattempo – aggiunge Guglielmo – fin dalle medie è stato un inferno tra insulti e prese in giro. Ma oltre agli stupidi, esistono tante persone per bene. Dopo l'episodio dell'aggressione con le pietre, nel 2013, abbiamo fatto una manifestazione con le associazioni, i compagni e i professori del liceo di Aurora. E adesso, dopo i fatti di qualche giorno fa, i miei colleghi in polizia mi hanno inondato di messaggi per sostenermi".
Oggi Aurora ha 22 anni, prende gli ormoni già da sei mesi e su youtube ha creato un diario in cui posta mese per mese i video delle sue trasformazioni: "Lo faccio perché c'è un grande bisogno di informazioni: mi scrivono in tanti, anche adolescenti, chiedendomi consigli su come affrontare il discorso con i genitori. Ma dovrebbe essero lo Stato, la scuola, a parlare di questi argomenti". Nel cassetto di Aurora c'è il sogno di diventare fumettista, e per il saggio del diploma ha creato un personaggio transgender: "Si chiama Angela: è un ragazzo che vuole trasformarsi in principessa, e deve affrontare la strega Bigozia, la personificazione delle paure e dei pregiudizi".
Dopo l'aggressione della settimana scorsa, Aurora si è trasferita per un po' da Alessandro, il suo compagno: "Nella transizione da donna a uomo, quella che ho vissuto io – racconta lui – subisci meno discriminazioni: gli altri uomini ti accolgono, quasi ritenendoti un 'eroe'. Mentre chi sceglie di diventare donna viene insultato e perseguitato: io non ci vedo solo transfobia in questi atteggiamenti, ma anche molto maschilismo, la misoginia del maschio medio. Mi vengono i brividi a pensare che chi oggi tira le pietre o estrae il coltello, domani potrebbe diventare marito e padre".
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