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Ho scelto la gestazione per altri perché mi piace molto la gravidanza. Credo che la mia famiglia sia al completo. Non volevo altri bambini e non sapevo come mettere assieme queste due cose: essere incinta e non avere altri figli. La prima volta che mi sono chiesta questo, la gestazione di sostegno non sapevo neppure cosa fosse. La gravidanza è molto facile per me, il mio corpo risponde molto bene e io mi sento magicamente, perché adoro essere incinta. So che può suonare strano, molte donne mi dicono che sono matta…
Penso che sia qualcosa di gran lunga diverso dal “fare da forno” o da una baby-sitter, perché quando sei gravida devi essere responsabile. Ho partorito da poco .
Io sono cristiana e volevo essere sicura che non fosse qualcosa che non dovevo fare per altri. Così siamo andati in Chiesa e abbiamo chiesto al nostro parroco se potevo essere o no una gestante per altri. Volevo essere sicura che nella Bibbia non ci fossero motivi per cui non dovessi farlo. Il nostro parroco ci ha spiegato che Maria è stata una madre surrogata, perché ha portato a termine la gestazione di Gesù, il figlio di Dio. Dopo aver parlato con parroco mi sono sentita molto più tranquilla, che sarebbe andato tutto bene, che secondo le Scritture non c’era niente di sbagliato nel farlo. La Chiesa insegna ad essere generosi con gli orfani, a prendersi cura della vedove ed a dar da mangiare agli affamati. Io penso che il più grande insegnamento della Bibbia sia proprio quello di fare dono di sé agli altri. C’è un versetto che dice di mettere la propria vita al servizio del prossimo ed io penso che sia proprio quello che stavo facendo, perché sapevo che per una gravidanza per altri stavo correndo dei rischi. Ci possono sempre essere delle complicanze… Poteva esserci anche la possibilità di perdere la vita col parto…
Penso che sia molto più di questo, perché se fossi un’incubatrice non avresti alcun sentimento, alcuna emozione. Io invece quando facevo le ecografie ero in fibrillazione, volevo vedere… Penso che se fossi un’incubatrice potresti girarti dall’altra parte, disinteressarti a quello che sta succedendo e fartelo dire dagli altri. Io invece mi sentivo partecipe, volevo essere sicura che il bambino stesse bene. Se fossi un’incubatrice non avresti sentimenti, nessun legame con il bambino.
Sulla gestazione per altri tutti si sentono in diritto di dire la loro e le opinioni sono divergenti. A me le uniche opinioni che interessavano erano quelle dei miei figli, la mia e quella della famiglia coinvolta. Tutti gli altri possono tenersi le proprie opinioni ma quello che faccio con la mia famiglia ed il mio corpo sono fatti miei. Gli altri possono pensare tutto quello che vogliono: quello che pensano a me non fa né caldo né freddo.
Chi pensa che non sia una cosa buona, basta che non la faccia, che non vi faccia ricorso. Non ho intenzione di sprecare tempo a tentare di convincere qualcuno che è una cosa giusta o che va bene. Io penso che sia meraviglioso che le donne abbiano la possibilità di avere bambini anche se non lo fanno per se stesse.
Quando aiuti qualcuno a metter su famiglia, non c’è un sentimento più bello al mondo. È come quando, sotto Natale, fai a qualcuno il regalo che aspettano più di ogni altro: è esattamente la stessa sensazione, solo un milione di volte più bella. Aiutare qualcuno a farlo, vedere che riescono a realizzare il proprio sogno, è meraviglioso. Ne sono molto molto orgogliosa.
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