Un disegno di legge che darà la possibilità anche alle coppie del medesimo sesso di unirsi civilmente in
Grecia è stato presentato ieri per la consultazione pubblica dal ministro della Giustizia del paese ellenico, Nikos Paraskevopoulos. Il progetto di legge elimina un'eccezione introdotta da una legge precedente, che escludeva le
coppie dello stesso sesso dall'attuale istituto giuridico delle
unioni civili e che ha portato alla condanna della Grecia presso la Corte europea dei diritti dell'uomo. In realtà qualcosa di simile era già stato
annunciato durante il primo governo Tsipras, nel febbraio scorso.
Il dibattito pubblico sul testo di legge si concluderà alle ore 14 di
venerdì 20 novembre. Secondo il disegno di legge, le
unioni civili possono essere siglate da due persone adulte a prescindere dal sesso. Non saranno permesse se una delle due parti è legalmente sposata o ha siglato una partnership civile con una terza persona. Alcune limitazioni sono anche introdotte per evitare unioni civili tra parenti o affini, così come tra genitori adottivi e figli. Le unioni civili nella loro forma attuale concedono alle coppie eterosessuali non sposate
diritti simili a quelle che invece lo sono, garantendo anche il medesimo status fiscale favorevole di cui godono i coniugi e pieni diritti di successione. Nel caso dei
dipendenti pubblici, si applicano gli stessi benefici concessi alle coppie sposate. Il ministro della Giustizia ha dichiarato che il ministero sta anche esaminando la possibilità di consentire le
adozioni da parte delle coppie del medesimo sesso e che nessuna decisione è stata ancora presa al riguardo.
Il disegno di legge presentato ieri dal ministro della Giustizia Nikos Paraskevopoulos comprende anche
disposizioni intese a rafforzare la legislazione contro razzismo ed omofobia. Secondo la proposta di legge, non solo vi sarebbe un'aggravante per i reati commessi con motivazioni razziste, ma anche per quelli connessi a discriminazioni basate sul sesso, sull'orientamento sessuale o sulla religione.
La proposta di legge ha alimentato polemiche ed in particolare una
reazione severa dalla Chiesa greco-ortodossa. Durante l'estate arcivescovo
Ieronymos ha definito le unioni civili come un qualcosa che impoverisce il matrimonio e "una gratificante neoliberista dell'irresponsabilità nei rapporti interpersonali."
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