Ultimamente ho la percezione che ci sia la tendenza a voler inquadrare la figura dell’omosessuale tipico, o quanto meno che ognuno abbia il suo personale decalogo su come debba configurasi l’immagine dell’omosessuale DOC, IGP – insomma il modello universale di gaytudine o lesbitudine.
Questa riflessione l’ho maturata dopo mesi di osservazione nei vari gruppi LGBT e sui miei account social. Sulla pagina del blog, dopo aver postato uno spot in cui si parla di matrimonio egualitario è nata un’accesa discussione perché il video è stato ritenuto colpevole, secondo alcuni, di non concludersi con un bacio appassionato ma con un lungo abbraccio.
Altro giro altra corsa. A proposito del film Io e Lei uscito nelle sale qualche settimana fa si sono create due opposte fazioni: quelli che il film è insulso perché non c’è una scena di sesso e quelli che il film è efficace e la scena di sesso sarebbe stata gratuita. Il contenzioso si giocava sulla percezione del rapporto lesbico. Secondo i primi, il privare il film di una scena di sesso ha fatto retrocedere la relazione tra due donne ad una tenera amicizia. Per gli altri, l’intimità era evidente e sarebbe stato inutile doverla sottolineare con lascopatona epocale.
Anche sul concetto di famiglia omogenitoriale ognuno si sente in dovere di dover declinare il modello ideale. Avete figli bravi a scuola, socievoli e mediamente equilibrati?Siete stucchevoli e finti. Avete figli con crisi adolescenziali e infanti con salti di crescita?Siete degli squilibrati che crescono figli in modo insano.
Sul matrimonio egualitario idem, ce n’è per tutti i gusti. Volete sposarvi? Siete dei coglioni col cervello borghese che volete scimmiottare il matrimonio etero. Non volete sposarvi?Siete dei pervertiti che pensate solo a trombare senza mai impegnarvi in una relazione stabile.
Il premio “Bignami d’inutilità” lo vince, per dire,  il fenomeno che ha postato questa summa e che riassume perfettamente il succo del discorso.
omosessualità e perfezionismo
Seriamente. Inizio un po’ a essere appesantita. Non sopporto le contrapposizioni binarie. Partendo da quella di Bene – Male per arrivare alle recenti battaglie ideologiche Onnivori vs Vegani, Omosessuali vs Eterosessuali, Magri vs Grassi, Pelosi vs Glabri e Puffi vs Snorky. Ammetto che il mio spirito sociologico trae moltissimi spunti di riflessione, ma la mia parte umana s’intristisce.
Mi fanno paura i clichés e gli anti clichés, le posizioni nette che non prevedono un’analisi del contesto, del contenuto e degli obiettivi. Mi piacciono le discussioni, a patto che contribuiscano a un dialogo che serva a crescere o a analizzare una tematica. La diatriba sterile e l’imposizione delle verità personali (il più grande ossimoro di questa civiltà) mi mettono ansia e mi generano frustrazione. Così tanto che nemmeno la pizza riesce più a compensare.


Giusto per chiarire il mio pensiero. Non è pensabile identificare le caratteristiche socio – psicologiche dell’omosessuale, così come non è possibile per l’eterosessuale.
Non siamo categorie di pensiero, siamo esseri umani. Proprio come avvoi, personi sani.